lunedì 31 dicembre 2007

Il pozzo senza fondo della politica italiana (IV parte)

Una classe politica bloccata


Quali sono le conseguenze?

Il sistema politico esprime una classe politica immobile e anziana. Per esempio, se dobbiamo individuare il rappresentante della massima istituzione repubblicana tra un esponente di 50 e uno di 80, ne scegliamo trionfalmente uno di 80. E questo succede in ogni contesto. Si esprime, quindi, una classe politica inevitabilmente anziana.

In questa legislatura che ha appena preso il largo, l’età media alla Camera è superiore ai 50 anni nel 61,1%: nella precedente legislatura era il 52,7%. Specularmene al Senato, chi ha superato i 50 anni sono l’81,1%, mentre nella precedente legislatura era il 74,8%. Questo comporta la conseguenza inevitabile che la prima professione, sia alla Camera che al Senato, è quella dei funzionari di partito: alla Camera sono il 21,4% a fronte del 9,5% della precedente legislatura e lo stesso naturalmente vale per il Senato, dove sono il 19,5% a fronte del 5,5% della precedente legislatura.

Con questi dati, dov’è la meritocrazia? E, soprattutto, dov’è la libertà di scelta dei cittadini costretti a votare su liste bloccate? Prevale solo la funzionalità e la fedeltà. E con questi eletti pretendiamo anche che vengano affrontati i problemi delle pensioni, della criminalità, della riforma fiscale, della scuola, dell’università, della ricerca? Ma con questi criteri di scelta dove pretendiamo di andare? A questo si aggiunga che abbiamo una classe politica difficilmente sostituibile.

La circolazione delle élite, di cui parlava Pareto, che è l’elemento centrale della democrazia, è chiaramente sconfessata anche dalle aride cifre: alla Camera i riconfermati sono stati il 61,3%, a fronte del 47,5% della scorsa legislatura, mentre al Senato è ancora più alta la percentuale: il 66,4% sono stati i riconfermati, a fronte del 41% della scorsa legislatura, dove pure il sistema elettorale era sempre predeterminato ma qualche minima libertà la consentiva.

Quindi, viene espressa una classe politica che ha evidentemente lo sguardo corto e che pensa solo alle elezioni politiche successive, per garantirsi lo status, principalmente economico. Una classe politica sostanzialmente omogenea, che nella composizione delle liste individua spesso senza alcun ritegno familiari diretti e affini.

Non parliamo poi della rappresentanza femminile che, se viene individuata con i criteri che abbiamo visto, è meglio non averla.

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