martedì 4 dicembre 2007

La televisione di Aragones


C'è da chiedersi cosa trasmetta di preciso la televisione di Luis Aragones, Dopo l'indimenticabile mondiale degli spagnoli (usciti a calci nel culo come sempre, eccetto nel '64 quando Francisco Franco comprò l'europeo), Luis Aragones dev'essere tornato a casa sua, nella penisola iberica. qui avrebbe pertanto cotinuato a guardare i mondiali attraverso la televisione (ui in Spagna non c'era più).

Lo dico perchè oggi, leggendo le sue dichiarazioni in un'intervista sono rimasto senza parole: "La Spagna non ha mai avuto fortuna nei grandi appuntamenti. D'altronde avete visto l'Italia? Era quasi eliminata, poi ha vinto il mondiale."

Ma quand'è che noi saremmo stati ad un passo dall'eliminazione? Nel girone dopo il pareggio con gli americani? Abbiamo subito due soli gol in tutta la coppa del mondo. Uno ce lo siamo fatti noi, l'altro l'ha segnato Zidane su calcio di rigore. In finale. Ma lo show di Aragones non è finito qua e continua con gli attacchi all'Italia: "Gli italiani vogliono solo vincere nel calcio. Per loro lo spettacolo è una cosa secondaria." . Ma neanche la Francia si salva, eh sì, il viejo ha qualcosa da insegnare anche ai francesi: "Hanno sempre avuto delle squadrette, solo con l'arrivo degli atleti africani hanno potuto vincere qualcosa". Come se Platini, Giresse e Kopa fossero originari della Namibia.

Questo squallore di intervista è il prodotto del sentimento d'inferiorità spagnolo. Ogni giorno si leggono articoli con attacchi sibillini e ben nascosti (ma visibili a chi sta attento, come me, a queste cose), attacchi che testimoniano un'invidia malcelata dei toreros nei confronti di nazioni calcisticamente superiori come Francia, Italia e Germania. Per esempio, quando la Spagna vinse in Danimarca per 3 a 1 quest'autunno, la seconda frase dell'articolo che raccontava il match era questa:"Non saremo campioni del mondo, ma quando giochiamo così no ce n'è per nessuno".

Si arriva quindi all'autoproclamazione, all'esaltazione della normalità. E, ancora peggio, i vanno a sminuire i veri valori del calcio. L'esempio da seguire rimane il Brasile, il tiki taka, il futbolito e tutte queste cazzate planetarie. La Spagna si conferma, per l'ennesima volta, un paese dove a dettare legge sono i cazzari. Più le spari grosse e più sei un fenomeno. Contenti loro. Sono sicuro che di risate quest'estate me ne farò. E non poche.

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