lunedì 21 settembre 2009

Zinedine Zidane: tutta la forza, tutta la debolezza del genio



Zinedine Zidane verrà ricordato dai più giovani appassionati di calcio come quello della testata a Marco Materazzi, mentre i veri intenditori lo ricorderanno come uno degli ultimi grandi numeri dieci, uno di quelli capaci di essere i leader nel gioco di una squadra.

Zizou è sempre stato il fulcro del gioco in ogni squadra dove ha giocato: nel Bordeaux, nella Juventus, nel Real Madrid e ovviamente nella nazionale francese, campione d’Europa e del mondo. Con lanci, finte, aperture proverbiali, fraseggi e una varietà di finezze incredibili era capace di prendere per mano la squadra e guidarla verso il successo. Non è un caso che a Madrid sia ricordato come uno dei più grandi di sempre, in una piazza dove di grandi se ne sono visti davvero tanti. Ma Zidane è Zidane.

Zizou si fa notare per la prima volta a livello internazionale in uno scontro della UEFA 1996 tra il suo Bordeaux e il Milan di Baggio, Savicevic e Weah. Dopo aver perso 2-0 a Milano, i francesi guidati dal giovane Zidane (24 anni all’epoca) ribaltano il risultato al ritorno con tre reti. Quel Bordeaux perderà poi la finale contro il Bayern di Monaco.
Dopo un europeo non esaltante (la Francia viene ingiustamente eliminata dalla Repubblica Ceca di Nedved e Poborsky), Zidane è pronto per vestire la casacca della Juventus e vincere lo scudetto, la supercoppa europea e l’intercontinentale e disputare la sua prima finale di champions a Monaco contro il Borussia Dortmund di Sammer e Riedle (che trionfa sui bianconeri con un netto 3 a 1).

L’anno seguente la Juventus difende il titolo di campione d’Italia e arriva un’altra volta in finale di Champions. I bianconeri vengono però sconfitti ancora una volta dal Real Madrid, con Mijatovic che segna il gol decisivo. Il 1998 è però l’anno dei mondiali di Francia e Zidane è chiamato a guidare i francesi al trionfo casalingo. La nazionale transalpina non disputa la fase finale di un mondiale dal 1986, ma la fiducia della nazione nelle capacità del gruppo di Aimeè Jacquet è alta e ci si attende il riscatto dopo l’eliminazione shock del 1993 (eliminazione da USA’94 ad opera della Bulgaria).

Zizou guida i suoi al roboante successo (3-0) sul Sudafrica, ma si fa espellere nel match seguente contro l’Arabia Saudita (battuta tra le altre cose per 4 a 0) a causa di uno stupido fallo di reazione. Il fuoriclasse francese viene squalificato per due turni e rientra in campo nel durissimo quarto di finale contro l’Italia, dove i blues passano solo ai calci di rigore (sarà l’unica volta in tutto il torneo). Zidane non brilla neppure nella semifinale, dove è Thuram a togliere la Francia dai guai dopo il vantaggio croato firmato da Davor Suker. In finale però è lui a segnare i due gol che mettono in ginocchio il Brasile del fenomeno Ronaldo e ad ispirare la manovra dei blues. Per Zidane questo successo varrà la conquista del pallone d’oro e del Fifa World Player.

Dopo un 1999 anonimo, che vede la Juventus in forte affanno in campionato, il 2000 e il 2001 sono gli anni in cui Carlo Ancelotti disegna una squadra su misura per Zinedine. Se in campo internazionale i match dei bianconeri non sono nulla di esaltante, in serie A la vecchia signora viene fermata solo dalla sfortuna e dalle contingenze: nel 2000 è il gol di Calori nell’acquitrino di Perugia a negare lo scudetto alla Juventus, l’anno seguente una serie di circostanze (gol di Nakata nel 2-2 giallorosso a Torino, capolavoro di Baggio al Delle Alpi… ) impedisce ancora una volta a Zidane di vincere il terzo scudetto dopo quelli del 1997 e del 1998 e fa volare il titolo verso la capitale.

Nonostante questi insuccessi a livello di club, Zidane è però oramai considerato il più forte calciatore del mondo (anche perché Ronaldo non se la passa di certo bene) e nel 2000 guida la nazionale francese ad un altro strepitoso successo. L’Europeo del 2000 vede i galletti tra i favoriti e i francesi non deludono le attese: dopo il 3 a 0 iniziale rifilato alla Danimarca è la vittoria con la Repubblica Ceca a regalare ai transalpini il passaggio del turno, tanto che la partita seguente (che vede l’Olanda padrona di casa battere i campioni del mondo) permette ai blues di fare un ampio turnover.
Nei quarti di finale Zidane segna un grandissimo gol su punizione (contro la Spagna, battuta per 2 a 1) e guida i suoi nella semifinale contro il temibile (ma incompiuto) Portogallo di Figo e Rui Costa, mettendo a segno il rigore decisivo nei tempi supplementari. Nella finale di Rotterdam contro gli azzurri (usciti vincenti da una eroica semifinale contro un’Olanda nettamente superiore sul piano del gioco) l’equipe de France va in svantaggio e a 30 secondi dalla fine sembra tutto finito. E’ però ancora Zidane a dare il la alla manovra dei blues che pareggiano in pieno recupero con Wiltord e compiono il sorpasso grazie a David Trezeguet (futuro centravanti della Juventus).
Per Zidane a fine anno c’è il Fifa World Player, mentre il pallone d’oro gli viene negato (probabilmente) per colpa di una testata rifilata ad un mediano tedesco durante l’incontro Juventus-Amburgo di Champions League (sarà Luis Figo, neo acquisto del Real Madrid campione d’Europa, ad alzare il trofeo).

Nell’estate 2001 il francese passa al Real Madrid per la cifra record di 148 miliardi di lire. Mentre la Juventus impiega questi introiti per rifare la squadra con Nedved, Buffon e Thuram, tornando al successo in campionato, il Real madrid torna sul trono d’Europa grazie soprattutto a Zinedine Zidane, assoluto protagonista del torneo continentale.
Se l’immagine che resta nella memoria di tutti è la voleè di Zizou in finale a Glasgow contro il Bayer Leverkusen, non sono da dimenticare altre perle come il pallonetto che mette k.o. il Barcellona al Nou Camp. Zidane diventa così simbolo del Real Madrid, più di tutti gli altri galacticos (Ronaldo, Beckham, Owen, Figo) che nel periodo 2000_2004 arriveranno a vestire la maglia merengue del club madrileno.

Nell’estate 2002 la Francia è chiamata a difendere in Corea e Giappone il titolo di campione del mondo. Zidane, reduce da un infortunio dopo l’amichevole vinta per 3 a 2 contro i coreani, non gioca i primi due incontri che vedono i transalpini sconfitti dal sorprendente Senegal e fermati sullo 0-0 da un cattivissimo Uruguay. Il colpo di grazia viene assestato ai galletti dalla Danimarca che verrà poi travolta dagli inglesi negli ottavi. Il mondiale vede così il trionfo del redivivo Ronaldo, che con 8 reti nel torneo (nessun giocatore dopo Gerd Müller nel 1970 ne aveva segnate più di 6 nella rassegna iridata) fa capire al mondo di essere tornato davvero grande dopo 4 anni contrassegnati dalla sfortuna più pura.

L’ultimo quadriennio della carriera di Zidane è caratterizzato da qualche successo con la maglia Real (supercoppa europea 2002, intercontinentale 2003, Liga 2003, supercoppa spagnola 2003), dalla vittoria del terzo Fifa World Player (nel 2003) ma anche da tante occasioni mancate. Il Real è ormai una gruppo di grandi stelle, ma completamente priva della coesione necessaria per raggiungere i successi ai quali un gruppo di queste potenzialità potrebbe ambire. Non mancano partite meravigliose come il 4-2 rifilato al Barcellona di Ronaldinho o le giocate spettacolari di Ronaldo e Zizou, ma un insieme di eventi non permettono ai blancos di vincere nulla: il primo progetto galacticos di Fiorentino Perez fallisce nei risultati.

Zidane è però anche il capitano della nazionale francese dalla quale decide di ritirarsi al termine della fallimentare spedizione in Portogallo per gli europei del 2004, dove i blues devono arrendersi clamorosamente alla Grecia (poi campione d’Europa), che con la partita della vita costringe l’armata di Lemerre alla resa.
La storia di Zinedine con la maglia della nazionale francese non è però finita qua. A pochi mesi dal mondiale di Germania, Zizou annuncia il suo ritorno per aiutare la nazionale del neo ct Raymond Domenech a portare sugli champs elysee la coppa. Zidane parlò nello specifico di “un sogno” nel quale una “voce irresistibile” gli ordinava di tornare in nazionale: letta oggi fa quasi sorridere.

Il torneo non comincia bene per la Francia: imbrigliata a dovere nel debutto contro la Svizzera e raggiunta dalla Corea del Sud quasi al 90’ (Park Ji Sung pareggia la rete di Thierry Henry), i francesi raggiungono a fatica gli ottavi grazie al successo 2-0 contro il Togo di Adebayor. Ad attendere i blues agli scontri diretti c’è la spumeggiante Spagna diretta da Luis Aragones, la quale si presenta al match con il netto favore dei pronostici: troppo brutta la Francia di Domenech vista finora, troppo brutto Zinedine Zidane e troppo poco incisiva la manovra transalpina per poter impensierire le furie rosse.

E’ però qua che Raymond Domenech gioca il jolly: anziché mettere in panchina Zidane come tanti “esperti” chiedono a gran voce in patria, il ct francese decide di mettere il fantasista al centro della manovra. Rinunciando ad una punta (David Trezeguet) la Francia passa al 4-2-3-1, Zidane è ora affiancato sulla trequarti da Florent Malouda e dalla spettacolare ala del Marsiglia Frank Ribery, mentre davanti a sé ha una punta di classe come Henry, bravo a costruire la manovra e a segnare.
La Spagna, dopo aver risposto al primo gol francese di Ribery deve arrendersi alla Francia e a Zidane che firma il gol del 3 a 1 definitivo.

La risorta armata francese si trova di fronte al Brasile di Ronaldinho, grande favorito per la vittoria mondiale. Trovandosi di fronte ad una squadra di fenomeni, Zidane si esalta e sforna una delle più belle prestazioni da parte di un giocatore in una world cup. Un repertorio di finte, sombreri, tocchi deliziosi: il meglio del meglio, il riassunto perfetto di ciò che Zizou è.
L’incontro viene deciso da Henry che infila i verdeoro sfruttando al meglio un assist su punizione del solito Zidane, il quale torna ad segnare contro il Portogallo (che come al solito non difetta di qualità tecniche, quanto di incisività), stavolta su calcio di rigore: la Francia è in finale, contro l’Italia.

I francesi sono ora i favoriti, ricordano quasi l’Italia del 1982: ad un passo dall’eliminazione nel girone ma inarrestabile dopo il passaggio del turno. Il 9 luglio del 2006, all’olympiastadion di Berlino va in scena una delle finali più sorprendenti della storia della Coppa del Mondo. I francesi partono forte e quando Malouda viene atterrato in area da Materazzi, è Zidane ad andare sul dischetto e sfidare Gigi Buffon. Se c’è un rigore che riassume tutta la carriera di Zidane è proprio questo: Zizou sa che questa sarà la sua ultima partita e sa che ha di fronte il portiere più forte del mondo.. ma ha il coraggio e la sfrontatezza tipica di un ragazzino, nonostante i 34 anni, e si esibisce in un cucchiaio che spiazza in pieno il portierone azzurro e tutta la platea mondiale (a memoria credo che mai Zidane avesse tirato prima un rigore in questo modo).

Tutto sembra in discesa per i francesi, che al settimo minuto si trovano già avanti, inoltre sono 28 anni che l’Italia non batte la Francia. Tutto rema contro gli azzurri, ma l’Italia acciuffa il pareggio grazie ad uno stacco imperiale di Marco Materazzi. La partita prosegue seguendo un copione ben chiaro: il gioco è in mano ai francesi, i quali non riescono però ad essere veramente incisivi, anche perché Cannavaro non lascia scampo a Thierry Henry. L’Italia riesce tuttavia a farsi pericolosa e a Toni viene annullato un gol per un millimetrico fuorigioco (i dubbi comunque restano), ma la grande occasione capita a Zidane che dopo aver aperto sulla destra per Sagnol si lancia in mezzo all’area a raccogliere il cross del compagno di squadra: un grande Buffon alza l’incornata sopra la traversa e tutta Italia tira un sospiro di sollievo.

Ma il sollievo più grosso viene dato da Zidane, il quale risponde con una testata alle offese reiterate di Materazzi. Mentre l’azzurro diventa di fatto un eroe nazionale (la vita è strana), Zidane viene giustamente espulso: l’immagine di Zizou che abbandona il campo lasciandosi alle spalle al coppa del mondo è di fatto l’anticipazione di come finirà lo scontro dopo i calci di rigore. Mentre Trezeguet prende la traversa, gli azzurri dimostrano di essere dei cecchini infallibili: al rigore di Grosso l’Italia esplode di gioia e Cannavaro può così sollevare la coppa e lanciarsi verso la conquista del pallone d’oro. Zizou si consola facendo suo il titolo di miglior giocatore del mondiale.

In conclusione possiamo dire senza mezzi termini che la carriera di Zidane è stata caratterizzata da un alto rendimento, costante e con picchi mostruosi. Non è stato un grande marcatore ma è stato un giocatore che ha segnato un sacco di gol pesanti: esattamente come è nelle corde dei grandi campioni. E’ rimasto ai vertici per tantissimo tempo, anche grazie ai pochi infortuni subiti. Ha incantato le principali platee di tutto il mondo, ma ha chiuso la carriera in una maniera poco gloriosa, sbagliando a rispondere alle provocazioni (vili) di Materazzi.
Per me, in ogni modo, Zidane rimane uno dei più grandi campioni che abbia mai visto, del passato e del presente. D’altronde un giocatore nominato per 3 volte miglior giocatore del mondo dalla FIFA, miglior giocatore europeo di tutti i tempi nel 2004 dalla UEFA e che ha vinto tutto ciò che c’era da vincere non potrebbe essere considerato altrimenti. Neanche con tutta la fantasia possibile.

La rivincita di Clarence





La storia più bella di questa settimana calcistica riguarda Clarence Seedorf, uno dei giocatori più discussi senza motivo alcuno negli ultimi anni. L’olandese, scuola Ajax, è dal 1994 uno dei più forti centrocampisti d’Europa. Negli ultimi 15 anni ha vinto 4 coppe dei campioni (5 addirittura se contiamo quella del 2000 con il Real Madrid), svariati campionati e coppe. Eppure è sempre oggetto di critiche, viee sempre messo in discussione.

Ora, aldilà del gol che ieri ha permesso al Milan di archiviare la pratica Bologna (che poi per il Milan sembra non essere mai una pratica una partita contro una “piccola”) e aldilà della prestazione superba contro l’Olimpique Marseille, Seedorf sono anni che si allena, cambia ruolo in continuazione senza rompere i coglioni a nessuno (non come ha fatto Kakà negli ultimi anni al Milan), segna gol pesanti e rifornisce assist ai compagni. Ha quantità e qualità, corsa e incisività: qualità rare. Seedorf sopporta le critiche in silenzio (di coloro che di calcio non capiscono nulla), le calunnie dei più (si veda a tal proposito la polemica del cambio con Gattuso nel derby, dove Seedorf aveva come unica colpa quella di essersi andato a riscaldare nel tunnel) e fa il suo dovere. Gli altri chiaccherano, sbagliano gol fatti sotto porta, fanno spot televisivi e scenate isteriche in mezzo al campo.

Riassumendo: si dice che Seedorf non sia costante nelle prestazioni, a me pare che più di una volta siano stati altri a non rendere come ci si aspettava e che il buon Clarence abbia dovuto mettere una pezza per tutti.

Per quanto riguarda il resto della serie A, continua a volare la Samp di Cassano (non oso immaginare i titoli della gazzetta se la prestazione del barese fosse stata fatta da Del Piero o Ronaldinho) che raggiunge così una coriacea Juventus in testa al campionato. L’Inter passa a Cagliari pur non meritando il successo, conquistando così punti preziosi in ottica campionato. La Roma stende la Fiorentina con Totti protagonista dopo le critiche futili di Ranieri, il Genoa dimostra di non poter reggere un turnover massiccio e viene battuta a Verona, il Bari demolisce l’Atalanta e il Catania fa suo il match contro la Lazio. Il Palermo torna a casa da Parma con zero punti, mentre sabato il Napoli ha dimostrato di non essere una squadra che può ambire a grandi traguardi (almeno per ora).

giovedì 17 settembre 2009

I giornata di Champions: impressioni sparse




Dopo la prima giornata di champions è già tempo di raccogliere le prime impressioni circa ciò che si è visto su tutti i campi d’Europa e dare qualche valutazione libera.

Real Madrid 8_ I vari catenacciari e amati della tattica stanno già sperando che il progetto galactios II fallisca miseramente. Nonostante io non condivida assolutamente la campagnia acquisti di Fiorentino Perez e nonostante il mio amore per il Barcellona, devo ammettere che il Real martedì mi è piaciuto davvero tanto. Le punizioni e le accelerazioni di Ronaldo fanno paura e da sole valgono il prezzo del biglietto, Raul è eterno, Kakà meraviglioso come non si vedeva da tempo… Ovviamente una squadra così finisce per pagare qualcosa a livello difensivo, ma que pedazo de equipo! Spettacolo puro, per contrastare l’egemonia anglo-catalana in Europa.

Milan 7_ Duro a morire e aggrappato alle magie di Seedorf e ai colpi letali di Pippo Inzaghi. E’ l solita squadra esperta da Champions che può togliersi qualche soddisfazione. Difficile che possa ambire al trionfo finale, ma mai dire mai…

Juventus 6_ Iaquinta quest’anno farà una caterva di gol ma la Juventus ha bisogno di Diego per il salto di qualità in Europa. In Italia puoi vincere molte partite giocando con poca qualità e molta grinta, in Europa non è così. Da rivedere.

Bayern Münich 7_ I crucchi sono partiti bene. Se continuano a tenere Toni in panchina possono seriamente puntare ad un gran risultato in Champions. Müller potrebbe essere la grande rivelazione (anche se si è già fatto conoscere) dell’anno.

Chelsea 6.5_ Continua a vincere. Poco altro da dire, se non che il Chelsea dopo le prestazioni degli ultimi anni merita una Champions più di tutti.

Inter 5_ Non è ancora a livello dei top team europei, ma mi sembra più forte dello scorso anno. L’obbiettivo deve essere quello di passare lo scoglio degli ottavi di finale per poi lottare con il coltello fra i denti. Se Eto’o e Milito faranno ciò che da loro ci si aspetta, l’Inter diventerà temibile negli scontri diretti.

Barcellona 6_ Ok, grande possesso palla e grande lezione di possesso palla.. ma alla fine di gol non se ne sono visti.. e sinceramente non mi ha mai dato l’impressione di poter fare gol da un momento all’altro. Merito anche di un Inter che si è difesa alla morte, ma anche di un Ibrahimovic inconcludente e fuori dal gioco. Se lo svedese diventerà più cattivo sotto porta e migliorerà l’intesa con i compagni rivedremo il grande Barcellona. Dipende molto da lui.

Manchester 6.5_ Vittoria molto pragmatica. Era importante partire bene e mettere qualche punto in cascina. Ci si aspetta qualcosa di più.

domenica 13 settembre 2009

Sogno di settembre




Non ho mai nascosto la mia simpatia per la Sampdoria, la squadra dove gioca il più grande talento calcistico italiano, Antonio Cassano, anche quest’oggi decisivo con un assist per Mannini nello 0-1 che permette alla Samp di espugnare Bergamo e raggiungere la Juventus in testa alla classifica. Ora, difficilmente la Sampdoria potrà lottare realmente con Juventus e Inter (il Milan al momento è in uno stato semicomatoso quindi eviterei di metterlo nel novero delle pretendenti al titolo), però a conti fatti sognare non costa nulla.

L’ultima grande sorpresa (dove con il termine “sorpresa” intendo una squadra capace di giocare un vero ruolo da outsider) del campionato italiano fu il Chievo Verona della stagione 2001_2002, una squadra la cui formazione titolare comprendeva gente del calibro di Perrotta, Corini, Marazzina, Lupatelli, Eriberto (che si scoprì poi avere un altro nome e qualche annetto in più) e molti altri.. Non c’erano dei grandi fenomeni, c’era però un grande spirito di squadra, tanta voglia di lavorare e qualche ragazzo (come Perrotta e Barone) che sarebbe diventato campione del mondo 4 anni dopo. Quel Chievo chiuse quel campionato al 5° posto, dopo essersi concesso il lusso di mettere in difficoltà la Juventus (poi campione d’Italia dopo il famoso 5 maggio) e di espugnare San Siro battendo l’Inter di Christian Vieri (e bloccandola sul 2 a 2 al Bentegodi rubò ai nerazzurri quei 5 punti che le avrebbero permesso di vincere il titolo in carrozza).

Quel Chievo, nominato non a caso “dei miracoli”, che faceva della spinta sulle fascie di Eriberto e Manfredini la sua arma principale (anche se sarebbe un delitto non ricordarsi della velocità di Marazzina e dei colpi di testa di Corradi) aveva come allenatore un certo Gigi Delneri, il quale ora occupa la panchina blucerchiata. A differenza di 8 anni fa il tecnico friulano può ora contare su una rosa qualitativamente migliore e su una coppia-gol che promette scintille da qui fino a Maggio. Cassano in particolare vorrà dimostrare tutto il suo valore per far cambiare idea in extremis a Lippi in chiave convocazione mondiale.

Finora la compagine Doriana ha piegato nell’ordine Catania, Udinese e Atalanta, poca roba magari, ma intanto ha messo in cascina 9 punti che fanno comodo e permettono di sognare. Sono passati quasi vent’anni dai tempi in cui Mancini e Vialli portarono lo scudetto sotto la lanterna, ne sono successe di ogni, ma tutt’oggi sono storie come quelle di quella squadra del 1991 a dare magia e passione al campionato che una volta veniva definito “il più bello del mondo”. Non so se la Samp lotterà davvero per lo scudetto fino alla fine, ma francamente ci spero davvero.

venerdì 11 settembre 2009

Verso il Sudafrica




Finalmente stiamo rivedendo un’Italia decente dopo un 2009 orribile che ci ha visto uscire sconfitti (e non di misura) dagli scontri con il Brasile in amichevole a Londra e in Sudafrica alla Confederation’s cup (dove gli azzurri hanno perso 3 a 0, ma semplicemente perché i verdeoro hanno giocato un tempo e basta..). La vittoria netta e meritata contro la Bulgaria ha ridato un minimo di morale ai nostri, che ora devono chiudere il discorso qualificazione a Dublino a casa del Trap.

Io non sono un sostenitore di Lippi, al quale riconosco una gran capacità nel motivare i giocatori a disposizione (non ci riescono in tanti) ma che non reputo a livello di altri grandi allenatori italiani e non. Detto questo, una possibilità su 20 di vincere il mondiale ce l’abbiamo e molto, più per noi che per altri poichè facciamo del pressing e dell'aggressività la nostra arma principale, dipenderà dalla condizione fisica dei nostri a Giugno del prossimo anno.

La base della nostra nazionale è l’asse centrale Buffon_Cannavaro_Pirlo. Il primo sta dimostrando di essere formidabile come sempre, il centrale si prepara a guidare con grinta ed esperienza la difesa italiana (anche se quei 36 anni mi fanno un attimo pensare…) , Pirlo è la nostra fonte del gioco. Le novità del match con la Bulgaria è stata l’ottima prova di questo centrocampo muscolare e combattivo, che ha visto protagonisti, oltre a Pirlo e De Rossi, Camoranesi e Marchisio. Potendo contare finalmente su una copertura adeguata e da una buona circolazione di palla, Zambrotta e Grosso hanno sgroppato sulla destra e sulla sinistra facendo vedere ottime cose, Gliardino ha corso anche lui come un dannato e ha dato un gran assist a Iaquinta per il suo gol.

Tutto a posto allora? No. Rimane infatti qualche dubbio circa l’eventualità di inserire Antonio Cassano nell’undici titolare, in modo di avere una fonte di gioco più avanzata di Pirlo e De Rossi (ovviamente Cassano andrebbe a prendere il posto di una delle due punte, non di un centrocampista) e di cercare di riforzare ancora di più la mediana con un centrocampista più abile in copertura al posto di Camoranesi (il quale non dovrebbe neanche giocare in nazionale, visto che non si considera italiano). L’uomo ideale sarebbe Perrotta, il quale spero di rivedere presto al massimo della forma e titolare in azzurro.

La partita con la Bulgaria è stata di buon livello, ma siamo ancora lontani dai livelli visti contro l’Olanda e la Germania nelle amichevole che precedettero il mondiale tedesco. Ci sono però i due elementi per colmare questo gap: il tempo e gli uomini.

L’ex c.t. Arrigo Sacchi non è d’accordo su questo ultimo punto e non perde mai l’occasione per ricordare alla nazione come il calcio italiano sia privo di qualità individuali. Occorre precisare che il signor Sacchi pecca di incoerenza, poichè è tra coloro che sostengono che Cassano (il giocatore italiano con più qualità) NON debba essere convocato. Inoltre, visto che la nazionale di Sacchi me la ricordo bene, non credo neanche che Sacchi possa dare lezioni su come la nazionale dovrebbe giocare, visto e considerato che con lui Beppe Signori (bomber stellare) giocava laterale di centrocampo. Su Sacchi a breve scriverò qualcosa, giusto per ricordare i disastri che questo signore ha combinato sulla panchina della nazionale.

giovedì 14 maggio 2009

Comunicato Torcida

Dopo una settimana di polemiche gratutite, abbiamo deciso di dare una risposta alle varie voci che ci riguardano da vicino, conseguentemente all’esposizione dello striscione di domenica 10.5.2009.

Daniele Orlandini, detto “Billo”, è sempre, e ripeto sempre, stato considerato da noi un idolo. In un celeberrimo scherzo, qualcuno se lo ricorderà, avevamo addirittura proposto di sostituire il “godzilla” (la statua di piazza XX luglio a Castellarano, che solo in un momento successivo avremmo scoperto essere il monumento alla resistenza partigiana, scatenando le conseguenti ire di membri del’amministrazione comunale), con un mezzo busto od una scultura che lo rappresentasse.

Ora, le affermazioni del “Billo” (“Non voglio sembrare cattivo, ma questa società non ha tifosi”), ci lasciano esterrefatti (premettendo che ad una più accorta analisi, le stesse dichiarazioni variano da giornale a giornale, rendendo oltremodo difficile capire dove stia la verità). Non ce lo saremmo mai aspettati da lui, da un giocatore che non è mai stato oggetto di critiche e che, anzi, è stato difeso, all’indomani della scialba prova offerta a Noceto, in varie discussioni da bar, mosse da faccendieri e comparse di ogni genere e più in generale da figuri di varia natura, che vedevano lo stesso “Billo” indicato come artefice delle disfatte castellaranesi degli ultimi anni assieme ad altri membri della vecchia guardia. Per questo motivo, le sue affermazioni, paiono come un attacco gratuito più che un “segnale”, finendo inevitabilmente per rattristarci oltremodo e di aiutare in nessun modo a costruire i presupposti per un assalto finale ai Crociati.

Tornando allo striscione (“Fu$ione? No grazie”, questo il suo sconcertante e sconvolgente contenuto, roba da non far venire i bambini allo stadio), crediamo che nessuna tifoseria sia mai stata messa sotto accusa da un giornalista (il quale, tra le altre cose, dovrebbe spiegare quali “bei film” fanno vedere alla domenica pomeriggio alla televisione) per uno striscione non-offensivo verso nessuno e che aveva come unico obiettivo quello di esprimere le nostre perplessità circa la possibile perdita di un simbolo, di una storia che per qualcuno qualcosa conta ancora. Striscione per il quale nessuno chiederà mai scusa.

Tutto questo ci lascia allibiti poiché non pensiamo di meritare un trattamento di questo genere. In passato abbiamo dimostrato di saperci assumere le nostre responsabilità, di avere quell’umiltà che ci permette di ammettere un errore. Questa polemica è nata da una dichiarazione (che lo stesso Orlandini avrebbe privatamente definito “fuorviata” dai giornalisti, ma finchè si parla per condizionali non si va da nessuna parte) che si poteva e si doveva evitare. Invitiamo pertanto tutti i giocatori ad evitare di lanciarsi in pericolose e spericolate critiche controproducenti e i giornalisti a cercare di riportare nel modo più veritiero e corretto le affermazioni dei giocatori (non è possibile che leggendo tre giornali diversi si leggano tre dichiarazioni diverse). Inoltre continuiamo ad aspettare delle scuse vere, stanchi di smentite non ufficiali fatte via telefono alle quali seguono nuovi attacchi sui giornali.

Orlandini, in quanto persona intelligente e legata ai colori rossoblu, si prenda le proprie responsabilità con un comunicato ufficiale che non sia oggetto di eventuali modifiche da parte di soggetti terzi.

Forza Castellarano

Torcida Rossoblu.

giovedì 9 aprile 2009

Benedetta pausa

Il derby contro il Carpi ha lasciato l’amaro in bocca un po’ a tutti quanti. Ma la lotta per il campionato non è assolutamente finita. Questa pausa pasquale capita proprio al momento giusto e ci permetterà di recuperare un po’ tutti i vari acciaccati della truppa e di far tirare il fiato agli altri.

Detto questo, a me il Castellarano del derby è piaciuto molto, per l’intensità con la quale ha giocato per tutti e 90 i minuti, per la capacità di rendersi pericoloso anche con i centrocampisti e per aver comunque pareggiato una partita difficile come quella dopo essere andato in svantaggio.

Se dobbiamo essere tristi per dei punti persi è bene riflettere seriamente su quei 2 persi a Verucchio e sul pericolo rappresentato dai vari scontri con le piccole. E’ pur vero che lo scontro diretto a Noceto avrà un peso notevole, ma sarà ancora più importante fare punteggio pieno nelle altre partite: Este, Russi, Comacchio e Lonato non sono vittime sacrificali, sono avversari che dobbiamo temere anche più dei Crociati considerando le nostre performance contro le squadre di bassa classifica.

Abbiamo perso a Mezzolara, che contro di noi sembrava il Real Madrid e che ha poi perso le due partite successive, abbiamo perso in casa con il Suzzara (ma c’era in panchina Dotto, quindi questa non la contiamo [per la cronaca, dopo quella partita non l’hanno più voluto vedere dentro il campo da gioco perché porta sfiga]) e abbiamo pareggiato un’infinità di partite che erano da vincere (tra cui quella di Verucchio).

Quindi ben venga la pausa, ma non diamo poi tutto questo peso allo scontro diretto con i Crociati. Luciani ha detto che per vincere il campionato conterà all’80% vincere a Noceto. Io invece dico che conterà il doppio di una partita normale, non di più non di meno, così dice la statistica. I punti quest’anno li abbiamo persi pericolosamente in partite contro squadre assurde come Santarcangelo e Castelfranco.

Occhio alle piccole dunque. Prima di Noceto abbiamo altre due partite e possiamo arrivare allo scontro diretto con 60 punti. Non si sa mai che siano i Crociati i secondi di turno.

martedì 31 marzo 2009

Verso il derby

A quanto pare, non riusciremo ad andare in fuga. Peccato, perché questo Castellarano è la squadra più forte del girone, per certi versi ancora più forte rispetto alle sue avversarie di quella di 2 anni fa.

E’ ora di svegliarsi, perché in campi come quello di Verucchio si possono perdere dei campionati.
Non ho visto la partita perché, a causa di un impegno irrinunciabile, non avevo tempo per andare a Verucchio (si scrive con una “r” o con 2?). Mi sono prontamente documentato il giorno successivo e nonostante ci sia qualche giornalista che continua ad imputare la colpa di queste sciabe prestazioni alla preparazione atletica (come se fosse possibile un crollo verticale da una domenica all’altra), ho letto con piacere che tutti gli altri hanno oramai capito che il problema del Castellarano continua ad essere la testa.

Ora comincia la settimana di preparazione al Carpi, partita che io considero fondamentale quasi più che quella dello scontro diretto con i Crociati. L’importanza della partita con il Carpi risiede in due elementi fondamentali:

1. E’ IL derby per eccellenza del girone D, anche se i carpigiani sono costretti a sperare in una fusione con la squadra di quello che loro chiamavano 2 anni fa “bottegaio da quattro soldi” per tornare ad alti livelli in futuro.

2. Credo che anche vincendo lo scontro diretto con i Crociati saremmo capacissimi di perdere il campionato a Comacchio. Dobbiamo ricominciare a vincere con le piccole, sennò facciamo la fine della Roma 1986 che perse il campionato contro il Lecce già retrocesso.

Per chi si fosse perso gli ultimi derby al Ferrarini allego qualche link.



http://www.youtube.com/watch?v=14Zxv00Z2iY&feature=related (indimenticabile)


http://www.youtube.com/watch?v=h5vN6arQYTE&feature=related


http://www.youtube.com/watch?v=nvhbhjrvZpw

martedì 24 marzo 2009

Cuore rossoblu

Un Castellarano tutto cuore riesce a piegare un tenace Calenzano. Guidati da Ferretti in giornata di grazia, i rossoblu hanno così ottenuto quei tre punti che tanto avevo invocato una settimana fa per risollevare il morale.
E’ però giusto dire che a volte il destino ti dà una mano. Se il Calenzano fosse andato sul 2 a 0 sarebbe stato difficile pensare ad un pareggio o ad una vittoria. Fatto sta che la reazione veemente questa volta c’è stata e i tre punti ce li siamo straguadagnati, pur palesando evidenti difficoltà difensive.
Nel frattempo il pareggio dei Crociati a Suzzara e la sconfitta interna del Fiorenzuola, fanno sì che si possa assistere ancora una volta all’ennesimo accenno di fuga da parte dei rossoblu. E manca sempre una partita in meno alla fine.

Adesso sono curioso di vedere cosa accadrà nelle due prossime partite: Verrucchio e Carpi. I primi vengono da una domenica da dimenticare dopo il 4 a 0 subito a Santarcangelo: i tre punti sono d’obbligo, a patto che si vada in campo con la giusta determinazione. Con il Carpi invece dovrebbe essere tutta un’altra storia, anche perché Castellarano-Carpi è oramai diventato il derby d’eccellenza del girone D. Fare 6 punti nelle prossime due partite significherebbe mettere un’ipoteca pesante sul campionato perché difficilmente le inseguitrici (che stanno tenendo un passo molto lento) riuscirebbero a tenere il passo.

Pagelle:

Pazzini 5.5_ Indeciso sul secondo gol ospite. Non super come al solito in altri interventi.

Tognetti 5.5_ Fatica a tratti nell’arginare gli attacchi avversari. Comunque in ripresa rispetto a Budrio.

Masci 6_ Meno brillante che in altre occasioni. Nettamente sufficiente nel complesso.

Ramundo 6_ Sta passando un periodo di scarsa brillantezza, ma se la cava sempre bene di mestiere.

Masciarelli 5.5_ Fa il secondo errore consecutivo dopo Budrio, peccato perché nel complesso della gara si comporta bene proponendosi anche in avanti a più riprese.

Fraccaro 7_ Torna a mettere in ordine il centrocampo e i risultati si vedono. Segna ancora un gol da 3 punti.

Ricci 6_ Sostituisce bene Orlandini dimostrando progressi anche nella costruzione del gioco. Ormai è una garanzia.

Mora 6.5_ Si muove a tratti in mezzo e a tratti sulla fascia portando un buon contributo in termini di costruzione di gioco.

Ferretti 7.5_ Una furia. Se il Castellarano riacciuffa il pareggio è soprattutto grazie alle sue sgroppate sulla destra. Segna il secondo gol e corre come un dannato per 90 minuti.

Luciani 7_ Segna il gol del momentaneo pareggio e fornisce l’assist a Ferretti. Si sbatte per tutto l’incontro facendo a sportellate con i centrali toscani e dando un gran contributo alla manovra rossoblu. Quel rigore sbagliato però, poteva risultare decisivo.

martedì 17 marzo 2009

Il nostro problema è la testa.

Il Castellarano torna da Budrio con le ossa rotte, come due anni fa. Sembra un film già visto, così come invece non si era mai visto un Castellarano dominato in lungo e in largo dall’inizio alla fine dell’incontro con Pazzini unico sufficiente.

Oggi non farò le pagelle, compirei un inutile atto di crudeltà. Così come non parlerò dei miei dubbi circa l’efficacia del 4-2-3-1, già esposti dopo l’orrendo spettacolo offerto a Fiorenzuola. Vorrei dare alcuni voti volanti, un po’ come fa Lollo sul sito ufficiale del Castellarano.


Testoni _ 7
Nelle interviste al caldo dimostra di aver capito qual è il vero problema del Castellarano: la TESTA. Lo era due anni fa e lo è tuttora. Senza la carica giusta non c’è modulo tattico che tenga, occorre lavorare bene su quello in questa settimana prima della scontro con il Calenzano di domenica. Detto questo, io vorrei rivedere due punte in campo e buttare nel dimenticatoio il centrocampo a 5. Vedremo.

Società _ 5

“Lotteremo per andare su, MA la crisi fa sì che le prospettive siano molto incerte, PERTANTO non sappiamo SE avremo il budget necessario al fine di poter pensare di affrontare per il meglio un campionato di seconda divisione”. Questi sono discorsi che, seppur in buona fede, non si devono fare a 9 giornate dalla fine, si devono fare a giugno. La priorità deve essere vincere il campionato: la crisi c’è per tutti, non solo per noi. Se non ci saranno i soldi rinunceremo alla categoria, ma il campionato dobbiamo vincerlo, senza SE e senza MA.

Chi parla dovrebbe oramai sapere che questi discorsi in un paese come Castellarano innescano una girandola di ragionamenti pericolosi, soprattutto per chi deve sentirsi dire che va a vedere tutte le domeniche una partita venduta dalla società per far cassa per l’anno dopo.

I vecchietti di Budrio _ 4
Essere dileggiato da dei coetanei di Giulio Andreotti è qualcosa di umiliante, credetemi.

Marlon Brando (dei poveri) _ 4
Secondo me certa gente viene a vedere il Castellarano per gufare e basta. Ma magari mi sbaglio, vai a sapere.

Quelli che non hanno visto la partita ma sanno tutto _ 5
La partita di ieri ha dimostrato che su alcuni temi importanti avevo ragione io.

Quelli che dicono che la Torcida nel momento di necessità non c’era mai _ 4
Loro domenica dove diavolo erano?

martedì 10 marzo 2009

E' tornato super-Billo

Più concreti che belli. La partita di ieri del Castellarano è riassumibile in questa frase, così come forse un po’ tutto il campionato. Il Castellarano 2009 è il più spietato di sempre, il meno ingenuo e più cinico. Il gioco non è bellissimo, ma i risultati arrivano.

Siamo nel momento topico del campionato: la 25esima giornata ha confermato che siamo gli unici a poter pensare di andare in fuga. E allora proviamoci! Cerchiamo di arrivare allo scontro a Noceto con il titolo già in tasca. Quello che servirebbe adesso è un filotto di vittorie e con un Orlandini che sembra essere tornato a buoni livelli di forma, non appare poi un obiettivo così irraggiungibile. Orlandini già, quello che assieme a Ferretti e Fraccaro forma la vecchia guardia (userei la parola “triade”, ma poi penso a quelle facce da culo di Moggi, Girando e Bottega quindi preferisco evitare), quel che rimane di quella squadra fortissima che 2 anni fa diede spettacolo per tutto il nord Italia.

La rabbia della vecchia guardia, combinata con la fame dei giovani e l’esperienza di Luciani, Foschini e altri deve essere la benzina per arrivare alla C2. Adesso sotto con il Mezzolara, dove abbiamo un conto in sospeso da due annetti.

Pagelle:

Pazzini 7_ Salva il risultato sull’ 1 a 0 facendo due bellissime parate. Grande.

Tognetti 6.5_ Molto meglio (difficile far peggio) che a Fiorenzuola. E’ tornato a giocare ai suoi livelli abituali.

Masci 7_ Mezzo voto in più per essere sempre riuscito a farsi trovare pronto nel momento del bisogno. Sembra un veterano.

Ramundo 6.5_ Solito apporto di qualità. Nel momento di difficoltà dei rossoblu tiene su la difesa.

Masciarelli 6_ Ordinato e puntuale. Deve spingere un po’ di più sulla fascia, Testoni permettendo.

Orlandini 7.5_ Sta tornando ad ottimi livelli e si vede. Il suo gol del 3 a 0 è una sintesi perfetta di determinazione e forza fisica.

Ricci 6.5_ Si è guadagnato il posto da titolare meritandoselo in pieno. Con lui e Billo non passa niente.

Fraccaro 7_ Un gol, due punizione alla Pernambucano e tanta qualità. Sembra proprio essere il suo campionato.

Ferretti 7_ Nel primo tempo si esibisce in discese bellissime sulla destra. Dà l’assist a Fraccaro per la prima rete.

Luciani 7_ Tiene su la squadra alla grande, anche perché sostenuto meglio rispetto a Fiorenzuola. Segna il gol che chiude l’incontro.

Mora 6_ Poco assistito tende ad accentrarsi per cercare palloni giocabili. Da un suo tiro bellissimo parte l’azione del gol di Orlandini.

Baldazzi 6_ Pochi minuti conditi da alcuni buoni spunti.

Pin e Foschini_ s.v.

martedì 3 marzo 2009

Siamo Mora-dipendenti?

Un punto d’oro. Il Castellarano più brutto della gestione Testoni esce illeso dal confronto con il Fiorenzuola e resta in testa alla classifica (sebbene raggiunto dai Crociati). Non aver perso ieri sembra quasi poter essere considerato un segno della benevolenza delle forze superiori e quindi di buon auspicio per il prosieguo del campionato e per il prossimo match in casa contro il Salò.

Quello che è certo è che il 4-2-3-1 non si deve più vedere per tutta la stagione. Era dai tempi di Zironi che non si vedeva un calcio così brutto e insulso (aggettivo che qualcuno potrebbe vedere come improprio, ma chi ieri era a Fiorenzuola con me sarà sicuramente d’accordo). Ieri troppi giocatori sono sembrati snaturati e costretti a fare cose strane per loro: Fraccaro trequartista, Baldazzi laterale…. Insomma, mancava solo mettere Pazzini punta ed eravamo a cavallo.

Mancava Mora e qua sorge un interrogativo agghiacciante: senza Luca non riusciamo neanche a passare il centrocampo? E’ possibile non riuscire a tirare in porta neanche una volta (forse una sì, adesso che ci penso, ma è meglio stendere un velo pietoso) in tutto il secondo tempo?

Speriamo che quella di ieri sia stata solo una partitaccia, dove il mister ha sbagliato modulo, dove qualche giocatore ha sbagliato l’approccio al match, dove ci siamo ritrovati contro un grande avversario che sta attraversando un buon momento di forma. Mettiamola così e torniamo a vincere domenica:

Pazzini 9_ Senza di lui, saremmo affondati come il Titanic. Tra ieri e domenica scorsa ha fatto guadagnare al Castellarano 3 punti. Para persino l’unico tiro in porta di Tognetti (che, lo dico per i meno attenti e acuti, gioca nel Castellarano)

Tognetti 5_ Irriconoscibile rispetto a quello della prima parte del campionato. Dopo il Viareggio non è più ai livelli di prima.

Caselli 6.5_ Peccato per l’infortunio, anche perché era tornato a giocare ad alti livelli.

Ramundo 6_ Meno brillante del solito, ma ha un ruolo fondamentale nel contenere l’assalto rossonero.

Masciarelli 6_ Valla gli sfugge alcune volte, ma per il resto non si rende autore di una prestazione così negativa, considerando tutti gli uno-contro-uno che si trova a dover gestire.

Orlandini 6_ Appare in ripresa rispetto ad Albignasego. Viene penalizzato da un arbitraggio ridicolo, si innervosisce, viene ammonito e rischia l’espulsione. Occhio Billo, che ci servi in campo.

Ricci 6_ Dimostra una personalità sempre maggiore. Bene così, anche se deve migliorare in fase di costruzione di gioco.

Fraccaro 6_ Per il gollonzo (che papera che ha fatto il portiere), per quella punizione pericolosa e per la pazienza di mettersi a fare il trequartista. Sembra essere sempre più il suo campionato.

Ferretti 5.5_ Troppo poco incisivo in avanti. Anche lui gioca troppo avanti.

Baldazzi 5_ Non gioca nessun pallone degno di nota. Viene anche servito poco e deve sacrificarsi in fase difensiva.

Luciani 5_ Gioca pochi palloni e non riesce a far salire la squadra. Anche lui viene travolto dagli eventi.
Pin 6_ Almeno prova a dare un po’ di vivacità alla squadra.

Masci e Foschini_ s.v. (giocano troppo poco)

lunedì 23 febbraio 2009

Con il rombo si vince

Una vittoria sofferta, il ritorno al gol di Luciani e Baldazzi e le parate di super-Pazzini: se la partita di ieri si dovesse riassumere in tre elementi, l’elenco più corretto sarebbe senz’altro questo.

Era importante tornare a vincere (intanto siamo saliti a 10 risultati utili consecutivi) e ci siamo riusciti. Soffrendo e non poco contro l’Albignasego che all’andata avevamo ripreso a tempo quasi scaduto grazie alla prodezza di Franchini (che è candidato per un posto da titolare nel big-match contro il Fiorenzuola in virtù della squalifica di Mora).
Il Castellarano di allora però non era neanche parente con questa squadra, così come Masciarelli non era neanche parente con quello visto ieri e in difesa al posto di Rambo c’era Mayer, l’uomo che riuscì a far sembrare Ligori (ieri pressocchè nullo.. sarà stata l’influenza dei giorni passati) un incrocio ben riuscito tra Kluivert e Mario Jardel.

Aldilà della facile ironia che si può fare riguardo a queste curiose coincidenze, deve essere chiaro che non è stata una passeggiata. Senza uno straordinario Pazzini non avremmo portato a casa i tre punti: nel secondo tempo abbiamo sofferto troppo, pur sbagliando alcuni contropiedi che potevano permetterci di chiudere il match anzitempo (forse).

La partita di Albignasego verrà anche ricordata come quella dell’esordio del rombo a centrocampo. Mora dietro alle punte, o comunque più avanzato (da dietro una porta non ci si capisce niente, credetemi) ha dato quel tocco di fantasia alla manovra offensiva che mancava. Baldazzi e Luciani ne hanno beneficiato andando a segno entrambi e ritrovando un po’ di morale dopo i lunghi (sempre in senso relativo, ovviamente) periodi di magra.

Ora Fiorenzuola. Sperando di alzare ancora di 2 punti la media inglese.

Pagelle:

Pazzini 7.5_ Secondo tempo straordinari con parate d’autore. E’ di una costanza spaventosa.

Ramundo 6.5_ Poche incertezze e grande concretezza.

Caselli 6.5_ A parte qualche incertezza iniziale, offre un prova di grande esperienza.

Tognetti 6_ Qualche sbaglio lo fa, ma la prova nel complesso è pienamente sufficiente.

Masciarelli 6.5_ Ho deciso di metterlo sullo stesso piano dei due centrali per due motivi: il brutto cliente che si trova davanti e i progressi fatti rispetto alla partita d’andata. Come impegno non è secondo a nessuno. Bravissimo.

Orlandini 6_ Da qualche tempo non vediamo più il Billo di una volta. La sufficienza però non è assolutamente in discussione, nonostante un'influenza che lo debilita.

Ricci 6.5_ Esibisce una personalità sempre maggiore, dando ragione a chi lo ha voluto qua nel mercato di riparazione.

Ferretti 7_ Ma quanto corre? Capitano in assenza di Fraccaro, dà il solito grande apporto in termini di quantità e qualità. Verrebbe quasi da scrivere quel “canta e porta la croce” tanto caro a Trapattoni.

Mora 6.5_ A parte il palo preso, si fa trovare sempre al momento di impostare la manovra. Peccato per quell’assurda ammonizione, che lo costringerà a saltare Fiorenzuola. Il suo posto è dietro alle punte.

Baldazzi 6.5_ Segna un gol importante per lui e per noi. Speriamo che sia uscito definitivamente dal suo periodo no.

Luciani 7_ A parte il gol (che comunque non è un dettaglio, chiariamolo), ha lottato come un leone contro la difesa avversaria per tutto il secondo tempo. Ora deve mettere ko i suoi “amici” di Fiorenzuola.

Pin 6_ Non entra in partita, ma è anche poco aiutato dal baricentro basso tenuto dalla squadra.

Foschini 6.5_ Entra in campo e sopperisce alla fisicità di Orlandini con la sua classe e i suoi lanci proverbiali. Questo è una altro giocatore che potrebbe riverlarsi decisivo nella volata finale.

lunedì 16 febbraio 2009

Gufi all'arrembaggio

Il Castellarano pareggia la seconda partita consecutiva. I gufi del paese sono già all’arrembaggio con i loro “Al iva det me” (“l’avevo detto io”, cosa e quando non chiedetemelo) e blasonati analisti finanziari castellaranesi come M. F. hanno già stabilito che, considerando il margine operativo lordo societario, la congiuntura macroeconomica mondiale e i possibili scenari futuri del distretto ceramico, per i rossoblu sarebbe comunque impossibile riuscire ad affrontare un campionato in C2 (io continuo a chiamarla così).

Parlando di cose serie, si può dire che per il Castellarano sia arrivato quel calo fisico e mentale da post-rimonta. Ci sta, quello che è importante è riprendere fiato, rialzarsi sui pedali e continuare a imprimere un bel ritmo per vincere il campionato.
La partita di ieri ha palesato grossi limiti nell’impostazione della manovra offensiva. In altri termini siamo stati poco incisivi sotto porta: lo dimostrano alcuni contropiedi nostri, letteralmente buttati via. Certi errori li abbiamo commessi per mancanza di concentrazione, la condizione fisica non c’entra niente.

Comunque sia, nulla è compromesso. Anzi, a ben vedere la giornata di ieri è stata positiva. Ora i punti di vantaggio in classifica sono 2 sui Crociati e il Fiorenzuola ha pareggiato in casa. Ci sarebbe da essere meno allegri per la vittoria del Castel San Pietro, ma considerando i buoni rapporti con la loro tifoseria e soprattutto che il loro avversario era il Carpi (mai una volta che riescano a fermare una nostra rivale, mai!!!!) , va bene così.

E poi, altro tema, siamo poi sicuri che sia da buttare via un pareggio contro la Virus Castelfranco di adesso? Sarà pure una squadra di commedianti di prima categoria mescolati a vecchi campioni come Mayer (un saluto non si nega, ciao Mauro) e Pasino e mezzi delinquenti come Visciglia, ma tutt’altro che arrendevole e in un buon momento di forma come dimostrano gli ultimi risultati. Vedremo.

Pagelle:

Pazzini 6.5_ Una grande parata che salva il risultato. Si è riscattato dopo le incertezze di quel venerdì pomeriggio contro il Santarcangelo.

Masci 6.5_ Nonostante alcune incertezze merita il 6.5 per il fatto di aver sopportato tutta la partita le gomitate di Visciglia negli stacchi aerei. Sfrutta bene la sua occasione e si propone come una valida alternativa a Caselli al centro della difesa.

Ramundo 6.5_ Si sgancia meno in avanti ma fa la solita bella partita prendendo le redini della difesa.

Caselli 6- _ Copre bene, ma sbaglia un infinità di lanci e cross. Meglio al centro senza ombra di dubbio.

Masciarelli 6_ Solita partita difensiva, con pochi affanni e pochi sussulti.

Fraccaro 5.5_ Sbaglia molti passaggi per le punte. Appare come uno di quelli meno lucidi. Abbiamo bisogno delle sue geometrie per vincere ad Albignasego.

Orlandini 6_ Sufficienza stiracchiata. Non è il Billo che conosciamo, quello capace di far cambiare marcia al centrocampo rossoblu. Quando riuscirà a carburare risolveremo gran parte dei problemi di impostazione del gioco.

Mora 5.5_ Viene servito poco e cerca troppe volte il taglio per vie centrali. In settimana ha dichiarato che si sente più un centrocampista centrale che non un laterale. Domanda: perché non provare un rombo a centrocampo con Mora vertice alto?

Ferretti 5.5_ Fa un sacco di strada, ma anche lui non è incisivo come al solito.

Pin 5_ A parte qualche veronica a centrocampo non si vede per tutto l’incontro.

Luciani 5_ Questa volta sbaglia non solo i gol ma anche gli appoggi ai compagni. Ha bisogno di essere incitato per uscire da questo momento di impasse. Forza Lucio!

Ricci 6_ Entra per Billo e fa il suo dovere a livello quantitativo.

Baldazzi 5_ Desaparecido. Entra ma non riesce ad incidere. Abbiamo bisogno di recuperarlo per vincere il campionato. Forza Balda!

sabato 7 febbraio 2009

Primi! (e adesso rimaniamoci)

E il Castellarano si fermò. Ci sono volute 8 partite, ma alla fine la striscia di vittorie si è interrotta. Il 2 a 2 di questo uggioso venerdì pomeriggio non deve però essere interpretato come un’occasione persa a mio avviso, ma come un’ennesima prova di forza dei nostri ragazzi. E vi spiego anche il perché:

1.La striscia di risultati utili (per intenderci, vittorie e pareggi) continua ad allungarsi. I pareggi servono ed è meglio pareggiare questa e vincerne altre sette piuttosto che continuare a vincere per poi crollare all’improvviso (e a Castellarano ne sappiamo qualcosa).

2.Per due volte siamo andati sotto, non importa come, non voglio parlare dell’errore madornale del primo gol. Fatto sta che siao riusciti a tornare in carreggiata per due volte e abbiamo anche rischiato di vincere. Bisogna però ammettere che il pareggio è il risultato senz’altro giusto a conti fatti. Quindi va bene così.

3.Il Santarcangelo non è una squadretta da quattro soldi e alcuni suoi giocatori hanno dimostrato di avere notevoli abilità tecniche.

4.Siamo in fuga, nonostante tutto. Continuiamo a premere sull’accelleratore. E’ sempre meglio essere in vantaggio di un punto che dover recuperare.

Vorrei aprire anche una piccola parentesi. Da una parte sono sicuramente dispiaciuto per il fatto che non batteremo più (almeno per altre 10 partite) il record di Paganelli sul quale avevo scritto e riscritto da qualche settimana a questa parte. Fosse per me avrei volute vincerle tutte da qua alla fine, questo è chiaro.

Però alla fine è giusto così. Qualcosa deve rimanere imbattuto di quella squadra di 2 anni fa, così bella e invincibile per ben 9 domeniche dietro fila. E’ giusto che le nove vittorie rimangano legate al ricordo delle parate di Giaroli, delle chiusure difensive di Coly, Ferrari e capitan Omar Dallari, delle galoppate di Verdi, degli assist di Pigoni, della grinta di Orlandini e delle geometrie di Fraccaro (due cose che nel tempo sono rimaste tali e quali), del dinamismo esplosivo di Migliaccio, del talento fulgido e limpido di Galabinov, dei colpi di fioretto di “Henry” Fermi e dei gol di Daniel Pane.
Qualcosa di romantico nel calcio dovrà pur rimanere.


Pagelle:

Pazzini 5.5_ Sembra decisamente meno sicuro che non nelle ultime uscite. Capita.

Tognetti 6.5_ Bravissimo a tenere a bada il dirimpettaio Pignataro. Si propone anche in avanti con regolarità

Caselli 5_ Grave l’incertezza (ma è stata poi solo colpa sua?) in occasione del primo gol ospite. Per il resto sbaglia ben poco.

“Rambo” Ramundo 6.5_ In ripresa dopo Castelgoffredo. Si sgancia in avanti alla ricerca del gol tante volte e per poco non lo trova.

Masciarelli 5.5_ Svolge bene il suo compito, considerando anche che si trova di fronte un brutto cliente come Della Rocca. Un suo intervento poteva costarci un calcio di rigore contro e si propone poco in avanti come dovrebbe fare.

Fraccaro 6.5_ Trova un altro gol su punizione (deviata però) a testimonianza dell’ottimo momento. Riesce a gestire bene il pallone anche su un campo infame come questo.

Orlandini 6.5_ Su questi campi è preziosissimo. Intercetta e recupera molti palloni come suo solito.

Ferretti 6_ Alcuni errori in fase conclusiva, per il resto è generoso come suo solito.

Mora 6.5_ Segna ancora e dimostra di essere decisivo come pochi. Ovviamente fa la sua anche per quanto riguarda l’apporto quantitativo. Mezzo voto in meno per aver rischiato di farsi espellere, a causa di un povero cretino con la maglia gialloblu che lo ha provocato tutto l’incontro.

Pin 5.5_ Incide poco, anche se l’impegno è fuori discussione. Peccato per il gol mancato in apertura che avrebbe cambiato l’incontro.

Lucani 6_ Di solito scrivo che è in un periodo no. Oggi è stato sfigato come pochi. Sfiora il gol più volte e non riesce a sbloccarsi fra le mura amiche.

Baldazzi 5.5_ Merita tutto l’appoggio possibile, perché ha perso parte della fiducia in sé stesso (idea mia). Viene inserito in ua partita non facile e non incide come dovrebbe.

lunedì 2 febbraio 2009

Meno 2 (Andremo in fuga?)

Premettendo che non ho visto la partita di Castel Goffredo, mi sento di poter comunque dire che è ora di andare in fuga una volta per tutte e chiudere il campionato. Ne abbiamo la forza e dobbiamo farlo.

Buttiamo nel cesso tutti quei discorsi del tipo “aspettiamo le ultime 4 giornate e poi diamo la zampata finale”; qua c’è da provare a spingere a tutta e cercare di vedere chi può rimanere in scia. E non lo dico con arroganza, lo dico con molta lucidità, dopo aver osservato il ritmo imposto dal Castellarano a questo torneo.

Sono 4 anni che siamo tra le prime quattro squadre del campionato: nel 2006 ci trovammo di fronte ad un Boca fortissimo e imprendibile (anche se arrivammo a due punti dalla vetta se non ricordo male), nel 2007 riuscimmo a farci male da soli crollando psicologicamente dopo un campionato comunque bellissimo e indimenticabile (come il 5 a 0 rifilato al Carpi nei playoff). Un anno dopo ci ritrovammo in balia dei capricci di vari personaggi bizzarri e con una serie di sfighe e strani eventi che fecero del Castellarano la grande delusione dell’anno (anche se, in ogni caso, rimanevamo comunque tra le prime 3 squadre del torneo).

E quest’anno? La storia la riscriverò solo alla fine, comunque vada. Nel frattempo siamo saliti a 7 vittorie consecutive che rischiano di diventare 8 con il recupero infrasettimanale. Questa volta possiamo tornare in testa e non virtualmente. E’ arrivato il momento di spalancare il gas e far respirare il fumo agli inseguitori, restituendo con gli interessi gli schiaffi presi dal 2007 ad oggi (a proposito, a Mezzolara abbiamo un conto in sospeso, credo che sia giusto andare a regolarli).

lunedì 19 gennaio 2009

Meno 3

Mancano tre vittorie e il record di vittorie consecutive di Paganelli verrà eguagliato dal Castellarano 2008/2009 di Testoni. E’ ancora presto per fare calcoli di questo tipo, certo, ma l’impressione è che fermare l’onda rossoblu sarà durissima.

La prova di forza di ieri in terra lombarda, contro una squadra modesta (ma alla quale auguro di salvarsi), è stata tipica di una grande squadra. Con un Fiorenzuola in calo e un Crociati Noceto battibile (come dimostrato nello scontro diretto), sognare la vittoria del campionato appare sempre meno come un miraggio. Le incognite riguardano casomai la capacità di tenuta fisica dei nostri ragazzi, a partire da Luciani, sofferente ad un ginocchio. Per il resto non vedo nuvole all’orizzonte, sono ottimista come non mai e sento che difficilmente il Castellarano subirà un’altra debacle mentale come quella di 2 anni fa. Sono sicuro che cmbatteremo fino all’ultima giornata.

Pagelle:

Pazzini 6_ Si fa sempre trovare pronto, anche se il campo scivoloso gli causa qualche problema nei rinvii. Viene comunque impegnato molto poco.

Ramundo 8_ Il numero alla Baresi vale da solo il prezzo del biglietto. Si procura un rigore e riesce a risolvere un sacco di situazioni pericolose.

Caselli 6.5_ A parte alcune imprecisioni dà sempre l’impressione di esserci.

Tognetti 6.5_ Difende la fascia destra senza particolari problemi.

Masciarelli 6_ Soffre nel primo tempo ma cresce alla distanza.

Fraccaro 7_ Mai avuto una continuità di rendimento simile negli ultimi 2 anni. Fondamentale come non mai.

Orlandini 7_ Torna in mezzo al campo e si vede. Esagera un po’ in occasione dell’ammonizione.

Mora 7_ Perfetto negli inserimenti e nel pressing. 5° gol in campionato, deve puntare alla doppia cifra. E’ formidabile.

Ferretti 7_ Cresce alla distanza dopo un inizio difficile, fornisce l’assist a Ramundo in occasione del rigore. Diesel.

Luciani 7_ Segna una doppietta che potrebbe sbloccarlo definitivamente. Vedremo.

Pin 6.5_ Veloce e reattivo, riesce a lanciare a rete Luciani un paio di volte con passaggi splendidi.

Baldazzi 6.5_ Entra e sfiora il gol. Offre anche un pallone bellissimo a Luciani che però non riesce a segnare il terzo gol personale.

Foschini 6- Subentra a Fraccaro e si fa subito notare con un paio di aperture d'autore. E' importante recuperarlo al meglio.

Ricci s.v.

Testoni 8_ Utilizza per la prima volta i tre cambi, come è giusto che sia in una partita di questo tipo.

martedì 13 gennaio 2009

La politica dei piccoli passi

Se fosse finita in pareggio non l’avrei presa a male. E’ arrivata una vittoria, meglio così. Dove possiamo arrivare? Molto in alto, lo dico già da tempo. La cosa importante è continuare a fare punti, vittorie o pareggi che siano, continuare tenendo questo ritmo da 2.3 punti significherebbe arrivare a quel successo che stiamo aspettando oramai da 4 anni.

Domenica abbiamo sofferto, ma si sapeva che sarebbe stato così. Chi viene allo stadio per vedere calcio spettacolo, tocchi da fenomeno e via dicendo, la smetta di sprecare fiato per dire delle ovvietà e vada a vedersi la serie A, pagando quello che devono pagare. O, in alternativa, resti in casa, piantato sulla poltrona al caldo e si ascolti i commenti dello zio Bergomi su Sky.

I campionati, a meno che non ti chiamo Barcellona, si sono sempre vinti soffrendo sul campo e combattendo fino all’ultimo secondo di gioco. Da quando questo concetto ovvio e basilare è stato trasmesso ai nostri giocatori sul campo, il Castellarano ha gonfiato i muscoli e cominciato a vincere una serie di scontri diretti che possono valere il campionato.

Questo filotto di vittorie è straordinario, perché siamo riusciti a sconfiggere avversari tosti come Lonato, Noceto e Castel San Pietro: abbiamo battuto le rivali dirette nella corsa al campionato. Io mi sento nelle condizioni di poter tranquillamente affermare che i più forti siamo noi, ma allo stesso tempo dico che continueremo ad esserlo finchè continueremo a giocare con questa intensità, con questa cattiveria agonistica e con questa convinzione.
Lo staff rossoblu sa queste cose e sa che non bisogna abbassare la guardia fino alla fine e quindi difficilmente molleremo.
Certo, potremo anche subire delle sconfitte da qui al termine del campionato, ma l’importante è sapere che con i piccoli passi, affrontando ogni partita con il coltello fra i denti, il campionato sarà nostro. Di questo ne sono sicuro.

giovedì 8 gennaio 2009

I 2 però

“Il Castellarano non si ferma più”, è il tema ricorrente di tutti i giornali della provincia all’idomani della soffertissima vittoria contro il Feralpi Lonato del grande ex Daniel Pane (al quale faccio tutti gli auguri possibili, a Castellarano non ci dimentichiamo di lui).

Però c’è qualcosa che non va e lo voglio scrivere ora che tutti stanno salendo sul carro (sia chiaro, non mi riferisco ai giornalisti). Siamo tutti d’accordo sul fatto che questa squadra lotti fino in fondo e riesca a portare a casa punti in ogni situazione. Siamo d’accordo sul fatto che non si arrenda mai fino al triplice fischio finale, così come riguardo al fatto che i campionati si vincano così.

Testoni ha avuto il merito di aver costruito una squadra indomabile, che farà soffrire chiunque da qua alla fine e che non darà scampo a nessuno continuando con questa serie di risultati eccezionali. Abbiamo il secondo miglior attacco e la terza miglior difesa del torneo, sono numeri che parlano chiaramente a nostro favore. Inoltre non sembra troppo lontano il giorno in cui potremmo tornare ad agguantare il Fiorenzuola di Daniele Fermi (altro grande ex che saluto).

Però.. come ho detto prima c’è un però, anzi ce ne sono due. Qualcosa tuttavia manca. Ieri abbiamo sofferto troppo. Non puoi essere messo sotto a questa maniera in casa per 40 minuti buoni (mettendo insieme gli ultimi 20 del primo tempo e i primi 20 del secondo). Ok, avevamo contro una bella squadra, tecnicamente valida e tutto, ma comunque avremmo dovuto controllare meglio una partita del genere. Non avremo sempre Mora che ci toglie le castagne del fuoco all’ultimo minuto (lo ha fatto con i Crociati e lo ha fatto ieri).
Bisognerebbe anche sapere se siamo carichi come preparazione e se quindi stiamo tenendo il turbo per la fase finale… Solo il buon Dotto può svelare l’arcano.
Una cosa che non aiuta il gioco del Castellarano è il calo notevole di redimento di Lucani, il quale non riesce più a giocare come quando faceva coppia con Roncarati. Lucky fatica a fare il centravanti di peso, abituato com’era a correre il lungo e in largo. Dal suo recupero in fase realizzativa dipende il destino del campionato rossoblu.

L’altro però riguarda la gestione della panchina da parte del mister. Io capisco che chi legge i miei interventi possa dire “a questo non gli va mai bene nulla”, ma la critica è doverosa in questo caso.
Il grosso difetto di Testoni è relativo ai cambi che non effettua. I campionati non si vincono solo con gli 11 che vanno in campo, ma anche con i ragazzi che stanno in panchina e ai quali una chance va data. Mettere dentro Ricci a 5 minuti dalla fine può anche avere un senso, quello che non ha senso è fare solo un cambio al massimo a partita. Testoni deve migliorare sotto quest’aspetto per essere considerato davvero un tecnico perfetto (si parla ovviamente della realtà castellaranese).

Pagelle

Pazzini 6.5_ Incolpevole sul gol, compie una serie di buoni interventi.

Tognetti 6_ Solita partita attenta e diligente.

Caselli e Ramundo 6.5_ Se la difesa rossoblu è una saracinesca è in gran parte merito loro. Sbrogliano un sacco di situazioni pericolose.

Masciarelli 6+_ Questo ragazzo continua a stupire tutti per la crescita in fase difensiva. Merito di Testoni che ha avuto la capacità di continuare a credere in lui.

Fraccaro 5.5_ Poco lucido e in difficoltà a tratti, fatica a impostare ma non per colpa solo sua.
Orlandini 6_ Buono l’assist per il gol di Baldazzi, stupida l’ammonizione sul finire dell’incontro, nervoso lui perché provocato dai bresciani durante tutto l’incontro.

Ferretti 6_ Partita in trincea per Mattia, senza acuti, ma neanche sbavature.

Mora 6,5_ Si vede poco durante tutto il match, poi tira fuori la zampata all’ultimo secondo. “MOrte impRovvisA”.

Baldazzi 6.5_ Voto in più per il gol alla Michael Owen. Da migliorare l’intesa con Lucani.

Luciani 5.5_ Deve assolutamente migliorare l’intesa con Baldazzi e ritrovare la vena realizzativa. Il campionato passa anche dai suoi gol.

Ricci 9_ Io al suo posto non so se sarei entrato. Infatti non facco il calciatore.