sabato 3 luglio 2010

Fischi e fiaschi

Italo Cucci

Di solito si tifa contro i tedeschi, per lo meno in Italia. Io ho invece sempre avuto una grande simpatia per i crucchi, almeno a livello calcistico. Io credo che i risultati di una selezione nazionale, di un giocatore, di un allenatore, di un club di serie A o quantaltro, debbano essere sempre valutati sotto l'aspetto della competitività. Quando sento i discorsi del tipo "il pallone d'oro non vale nulla perchè l'ha vinto genete come Belanov e non Baresi", mi si acappona la pelle. Baresi è salito due volte sul podio (o tre, non ricordo esattamente e non mi va di controllare), Belanov una volta sola e accidentalmente finì sul gradino più alto.

Valutando con lo stesso metro di giudizio le prestazioni mondiali delle diverse nazionali, ci si può rendere conto di una cosa sorprendente: la Germania ha collezionato fino ad ora 10 podi, uno in più del Brasile e i 7 dell'Italia. Con ogni probabilità, vista la piega che sta prendendo questo mondiale, il divario è destinato ad aumentare.

E qua arriviamo al perchè della mia simpatia nei confronti della Germania. Mi piacciono poco i furbi (ossia gli italiani) e ancor meno mi piacciono i boriosi e gli arroganti. Mi piace viceversa la gente che lavora duramente, che sa organizzare bene le cose e che arriva ai risultati faticando, magari potendo contare su giocatori meno talentosi, ma più coriacei. Precisando che, spesso e volentieri, la mannschaft ha schierato fior fior di giocatore (Beckenbauer e Matthaus su tutti), ho guardato con particolare piacere il grande thomas Müller dare una lezione di calcio agli argentini (Leo Messi compreso... e qua mi rifiuto di infierire).

La squadra tedesca (che io da Febbraio ho eletto come mia favorita) è frutto del lavoro perfetto di una federazione che da ANNI recluta e forma (in cooperazione con i club della Bundesliga) giovani talenti per lanciarli nel giro della nazionale e tenere alto l'onore della nazione. In Italia un discorso del genere non è ovviamente fattibile, poichè, mentre in Germania a ricoprire ruoli chiave in questo progetto hanno ex-calciatori come Bierhoff e Matthaus (quindi gente che di calcio qualcosa capisce), in Italia abbiamo sempre dei politicanti del cazzo (scusate, ma ci sta bene) che di calcio e di talenti capiscono meno che zero. Ovviamente nessun giornalista, eccetto Bizzotto e pochi altri, è in grado di capire la complessità dei successi tedeschi e di spiegare cosa non va nel sistema italiano. Ma tant'è.

Anche la stampa ha quidi le sue colpe. Leggevo stamani con particolare piacere l'editoriale di Cucci su "Il resto del Carlino" relativamente al discorso degli oriundi: secondo il buon Italo è completamente inopportuno chiamare in nazionale oriundi di scarso valore (se Campagnaro fosse buono, stava in SudAfrica adesso, e stesso discorso vale per Thiago Motta) e non bisogna confondere la chiamata di un italiano come Balotelli (che è italiano, anche se qualcuno non lo ha ancora capito, più di quello stronzetto di Camoranesi) con quella di questo oriundi che di italico hanno ben poco.

In realtà dire "sono d'accordo con Cucci" è del tutto superfluo, perchè qualsiasi persona dotata di memoria (chi si ricorda delle belle figure di Sivori in azzurro tanto per dire) e di cultura, sa benissimo che questi discorsi sono completamente frutto della farneticazione di giornalai da strapazzo che, in preda all'entusiasmo del momento e senza ragionare più di tanto, pensano (poco, ripeto), scrivono e trovano anche qualche rincoglionito che gli pubblica tutto quanto. Fortuna che esistono giornalisti come Cucci ancora in grado di ragionare e di svolgere il ruolo che la stampa dovrebbe ricoprire: quello di informare e di dare delle opinioni sensate circa gli eventi che ci circondano.

La colonna portate della Germania è fatta da giovani figli dell'immigrazione: Mesut Ozil, Beck, Podolski, Klose, Boateng, Khedira... ma questi sono tedeschi. Persino Cacau, naturalizzato, lo vedi cantare l'inno. Questa è una vera squadra, composta da veri tedeschi (anche Karl Heinz Rummenigge era di origini rumene.. in Germania non è una novità che un figlio di immigrati possa diventare titolare della Mannschaft). In pratica i giornalisti italiani (non tutti) hanno perso un'altra occasione per non confondere i fischi con i fiaschi. Poi parlano di legge "bavaglio". Ma magari ci fosse qualcuno che li facesse stare zitti e gli evitasse certe figure di merda.n

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