sabato 5 gennaio 2008

Il giornalismo partecipativo: cos'è?

Rispetto al passato l'assenza di informazione dai media tradizionali si avverte di meno e, per chi naviga abitualmente in Rete, non si sente affatto. Si sta avverando la profezia di Nicholas Negroponte che, nel suo libro del 1995: "Being Digital", scrisse che l'informazione on line avrebbe presto dato ai lettori la possibilità di scegliere i contenuti di loro interesse.
In Rete questa opportunità è offerta da centinaia di migliaia di siti informativi e di blog.

Un termine associato al cambiamento in atto è: "participatory journalism", giornalismo partecipativo, definito come: "L'atto di un cittadino, o di un gruppo di cittadini, che ha un ruolo attivo nel processo di acquisire, analizzare e diffondere l'informazione. L'obiettivo ultimo è di fornire un'informazione attendibile, consistente e accurata, come richiesto in una democrazia".

Un esempio è rappresentato da uno dei più importanti siti informativi del mondo: il sud coreano www.OhmyNews.com, che ha più di due milioni di lettori al giorno; risultato ottenuto grazie alla pubblicazione degli articoli di decine di migliaia di giornalisti "accreditati" in quanto registrati sul sito. Il giornalismo partecipativo in rete ha due vantaggi: la quantità di informazione prodotta e la sua rapidità di pubblicazione.

L'obiezione che normalmente si muove è che le informazioni non sono validate prima della loro pubblicazione. Una ipotesi che però non è praticabile in rete sia per la mole enorme di contenuti che vengono continuamente creati, sia per la necessità di pubblicare nuove informazioni nel più breve tempo possibile. Lo scambio di informazioni in rete è simile a un dibattito nel quale ognuno è libero di fornire la propria opinione, o di dare delle notizie, senza vincoli editoriali o commerciali. Il giudizio sull'attendibilità e sulla validità delle notizie pubblicate è dato dai lettori, non dall'editore.

Clay Shirky, professore della New York University, noto per le sue teorie sull'evoluzione dell'informazione ha detto: "Nell'informazione tradizionale, o broadcasting, la sequenza è: "filtra, quindi pubblica", nelle comunità in rete è: "pubblica, quindi filtra".

La cosiddetta blogosfera, l'insieme dei blog presenti in rete, può essere considerata a sua volta un'enorme forma di giornalismo partecipativo. I blog hanno superato i 23 milioni e sono collegati tra loro dai link che collegano le notizie pubblicate ritenute piu' importanti.
Al verificarsi di una catastrofe o di una notizia di assoluta rilevanza mondiale, nelle blogosfera si scatena un "blogstorm", letteralmente una tempesta di blog, che si manifesta con milioni di notizie, fotografie e filmati contemporanei, relativi all'evento.
Blogstorm sono avvenuti per l'attacco alle Torri Gemelle, per le elezioni presidenziali americane, per gli attentati di Londra. Alcuni tra i piu' importanti blog sono basati sulla libera contribuzione degli utenti, come ad esempio www.PostSecret.com, che occupa la seconda posizione mondiale per i blog, dove le persone possono inviare anonimamente i loro segreti scritti su una cartolina digitale di loro creazione.

I blogger, coloro che scrivono sui blog, sono da qualche tempo accreditati, come giornalisti a congressi, seminari e manifestazioni, durante i quali scrivono e pubblicano in tempo reale i loro pezzi, come è avvenuto durante le primarie democratiche negli Stati Uniti.

In futuro potrà verificarsi la situazione in cui chiunque sarà, allo stesso tempo, giornalista e lettore.

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