domenica 18 novembre 2007

Und jetzt europameisterschaft!!!


E' difficle vedere l'Italia mancare nei momenti decisivi ultimamente. Come dimostrò il mondiale di Germania dopo un gran girone di qualificazione e alcune vittorie roboanti in amichevole (quella di Firenze contro la Germania fu un inno al calcio), come dimostrò il gran recupero della nostra nazionale dopo l'abbandono di Lippi (se penso allo scorso 6/9 mi vengono i brividi, ero sicuro che non ci saremmo mai qualificati per l'europeo) e come ha dimostrato la gran partita di ieri sera in quel di Glasgow.

E' bello per me che ho 21 anni vedere una nazionale così. Grintosa ma anche tecnicamente valida, umile, con tanti giocatori che si sono fatti da soli (penso soprattutto al mio conterraneo Luca Toni), con altri come Cannavaro e Panucci che continuano a giocare con il cuore, con l'amore per l'azzurro, con Pirlo e Buffon che meriterebbero un pallone d'oro a testa.

Mi ricordo delle nazionali italiane degli anni '90. Cavolo, avevamo un potenziale infinito. Baggio, Maldini, poi Del Piero, Nesta.... Ma no avevamo una sqaudra. E questo si vedeva prontamente nelle qualificazioni, quando rischiavamo di tutto, contro qualsiasi nazione esistente. Poi ai mondiali o agli europei ce la cavavamo. Sempre con il trascinatore di turno. Che fosse Baggio (Usa94), Vieri (4 anni dopo) o addiritura un careade come Schillaci poco importava. Fatto sta che in 10 anni i risultati arrivarono sotto forma di piazzamenti e nulla più.

Poi la parentesi Zoff (98-00) e il primo abbozzo di un Italia diversa, operaia, unita. Una di quella squadre che esaltano gli italiani, che assomigliano tanti ad un ciclista che non può mollare la ruota di chi sta attaccndo la salita. E allora si difende come può, ciondolando la testa, con smorfie di ogni tipo. Ma piace, perchè lotta, fino alla fine, con il cuore. Il pubblico vede che non ne ha più, che quello che sta facendo ritmo lì davanti ne ha di più. E allora applaude, perchè capisce che la vera impresa nello sport, come nella vita in generale (ecco perchè lo sport alla gente piace poi così tanto) non è tanto il non cadere mai, quanto il sapersi rialzare per l'ennesima volta.

Perdemmo quel bellissimo europeo olandese, non prima di aver elimintao i padroni di casa dopo una partita incredibile (e, lì sì, tanto fortuna) e non prima di aver fatto tremare l'equipe de france di Zidane, Deschamps, Henry e Trezeguet. In quell'europeo vidi insomma il vero spirtio italiano, un qualcosa che assomigliava a quello del leggendario quanto per me sconosciuto (poichè, ahimè, mai visto) team del 1982.

Arrivò Trapattoni e furono 4 anni grigi che culminarono con 2 figure misere (o meglio, due disastri) in Corea e Portogallo. Lippi riprese il lavoro di Zoff, o quello che poteva recuperare, e lo elevò alla seconda. Si creò un gruppo coeso, solido, quello che ieri (con alcune modifiche) ha sbancato Glasgow. E allora grazie a tutti: a Donadoni (che ha saputo far fornte ad un'emergenza di fronte alla quale neppure Bearzot potè arginare) a Totti e Nesta (perchè sinceramente se non si ha voglia di sporcarsi e meglio prendere il sole a Fregene invece che andare nel pantano che c'era ieri sera a Glasgow) a tutti quelli che c'erano ieri sera in campo, panchina e tribuna (tifosi compresi) alla stampa straniera, eccetto quella francese (la più intelligente nonostante tutto) , la quale continua a parlare di catenaccio invece che di determinazione.

E forza Italia!

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