giovedì 22 novembre 2007

Squadre vere I: Grecia 2004 (II parte)


Il calcio però non è una scienza. Angelos Charisteas non aveva voglia di fermarsi al solo gol segnato contro la Spagna. Era la sua estate, la sua grande rivincita. La rivincità del gregario, della ruota di scorta (un pò quello che successe a Materazzi 2 anni dopo), del giocatore da turn-over, dell'eroe per caso. E Charisteas non si tirò di certo indietro, così come il resto dei greci.

E la Greci compì l'impresa. Dopo un primo tempo giocato ad alti livelli (i greci presero anche un palo con Katsouranis), i francesi presero in mano la partita, o per lo meno ci provarono. Al 65' però arrivò il colpo di grazia: Zagorakis, dopo aver saltato Lizarazu, mise in mezzo per la testa del centravanti greco. Per Barthez non ci fu scampo.

Era il gancio che metteva k.o. i campioni d'europa in carica. Uno shock per tutta l'europa calcistica. Ad Atene invece cominciavano a crderci per davvero.

Gli ellenici si trovavano ora davanti un avversario davvero tosto: la Repubblica Ceca del pallone d'oro Pavel Nedved, una grande squadra che aveva incontrato ben pochi problemi da Giugno in avanti, chiudendo a punteggio pieno il gruppo e schiacciando con un pesante 3 a 0 la vigliacca Danimarca del vigliacco Poulsen.

Ma per l'ennesima volta i greci si superarono. Fu Dellas, panchinaro nella Roma, a diventare l'eroe di giornata. C'è da dire che la Repubblica Ceca avrebbe meritato ampiamente la qualificazione, ma Milan Baros (capocannoniere dell'europeo) non andò a segno in quest'occasione. L'infortunio di Nedeved favorì il passaggio dei Greci alla finale.

Una finale contro i padroni di casa, ancora contro il Portogallo sconfitto all'esordio. Possibile sconfiggere ancora una volta i portoghesi? A quanto pare per la Grecia di 3 anni fa NULLA era impossibile, perchè i portoghesi persero ancora. Fu ancora Charisteas, ancora di testa (con gravi colpe però di Ricardo in occasione del gol) e ancora attorno al 65' a segnare il gol decisivo. Così, mentre un intera nazione sprofondava nel pianto, Atene impazziva di gioia. L'europa in generale capiva che quest'estate era greca a tutti gli effetti, considerando che dà lì a poco anche le olimpiadi estive si sarebbero svolte nella capitale ellenica.

In Italia molti pseudo fenomeni etichettarono il successo greco come "la fine del calcio" (qualcosa di simile alla fine del mondo), "una mera casualità", "pura fortuna". La verità è che 23 carneadi misero in ginocchio tutte le nazioni calcisticamente più forti del vecchio continente, evidenziando quanto possa essere importante il gruppo nel calcio moderno. Chi, come FRancia e Italia, ha imparato qualcosa da tutto questo ha giocato la finale mondiale del 9.7 a Berlino. Gli altri, come per esempio Inghilterra e Spagna, continuano a collezionare figuraccie e a dire che è colpa della sfiga.

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