domenica 25 novembre 2007

Squadre vere II: Francia 1998


La Francia, prima dell'avvento di quest'ultima fortissima generazione di calciatori, aveva vinto ben poco. Il centrocampo magico del 1984, quello di Platini, Giresse, Fernandez e Tigana era un gradito ricordo per gran parte dei francesi nel 1998, assieme a quella serie di piazzamenti che aveva ottenuto l'equipe de france nei mondiali del 1982 e del 1986 (4° e 3° posto). Ancora più francesi si ricordavano invece delle delusioni recenti: la mancata qualificazione ai mondiali d'america e la sconfitta in semifinale di fronte alla Repubblica Ceca. La Francia tornava ad ospitare un mondiale dopo 60 anni. Nel 1938 erano stati gli azzurri di Vittorio Pozzo a trionfare nel paese transalpino, ma parliamo di altri tempi e di un altro calcio.

La Francia non era mai arrivata alla conquista di un titolo mondiale. Nel '58 si era trovata davanti l'imprendibile Brasile di Pelè, nell '82 e nell' '86 furono invece i tedeschi dell' ovest a giustiziare i bleus. Il paese dal canto suo si aspettava molto da questa squadra. C'erano grandi aspettative insomma, ma la sqaudra? Bè, i giocatori per puntare in alto c'erano: Desailly, Deschamps, Thuram, Blanc, Djorkaeff, Lizarazu, i giovani Henry e Trezeguet... una rosa di prim'ordine. E poi c'era Zinedine Zidane, il faro, il centro di gravità della squadra, l'uomo che doveva riscattarsi dal brutto europeo giocato due anni prima in Inghilterra e
dimostrare di essere un vero leader, come le amichevoli pre-mondiale sembravano confermare.

Ma c'era anche un esercito di avversari. Primo della lista il Brasile campione in carica, il quale si presentava senza Romario, il simbolo del trionfo americano, ma con Ronaldo, quello che in Italia chiamano "il fenomeno", quello che a soli 21 anni è considerato un calciatore con pochi uguali come valore nella storia di questo sport. Poi c'è l'Italia, che punta su Alessandro Del Piero e sul pichichi Christian Vieri, c'è la Germania campione d'europa con i suoi vecchietti terribili, c'è l'Argentina del bomber Batistuta, l'Inghilterra di Alan Shearer e David Beckham (poi splenderà il genio di Michael Owen), l'Olanda di Bergkamp e Kluivert, più uno stuolo di possibili sorprese. Le quali, essendo sorprese, verranno scoperte ed ammirate solo con il prosieguo del torneo.

Aimè Jacquet si trovò così a dover guidare una nazionale fortissima, in uno dei mondiali che si prospettava come i più belli degli ultimi anni. Il debutto a Marsiglia dei francesi fu ottimo: il sudafrica venne sconfitto con un secco 3 a 0. Poi toccò all'Arabia Saudita, silurata con un perentorio 4 a 0. Ma la seconda partita del girone C fece notizia più che altro per l'infortunio di Dugarry ed il folle gesto di Zidane, il quale, senza precisi motivi, rifilò una pedata ad un giocatore arabo a terra. L'arbitro vide il tutto ed espulse Zizou, il quale, conseguentemente a questa mattana, rientrerà in gioco solo per i quarti di finale. La partita conclusiva del girone vide i francesi superare di misura la Danimarca e passare quindi il turno come primi classificati.

I blues, pur avendo segnato ben 9 reti nel gironcino di qualificazione, avevano paradossalmente un grosso problema in attacco. O meglio, non avevano un vero attaccante di stazza mondiale: Trezeguet e Henry erano ancora giovani ed inesperti, Dugarry era un attaccante normale per non dire mediocre, Guivarch era un attaccante mediocre, per non dire ridicolo
Il problema rimase nascosto finchè, incontrando avversari di basso livello, andarono a segno un pò tutti. Henry segnò 2 gol all'Arabia e 1 al Sudafrica per esempio, ma si trattava di exploit figli della gran manovra che i francesi erano in grado di imbastire e del genio di Zidane (grandissimo nel lanciare a rete l'attaccante). Se ne ebbe la prova negli ottavi d finale
contro il modesto Paraguay, contro il quale i transalpini faticarono e non poco ad ottenere la vittoria. Fu un colpo di testa di Blanc a chiudere i conti.

Nei quarti di finale i padroni di casa si trovarono faccia a faccia con la squadra più brutta, esteticamente parlando, di tutta la coppa del mondo: l'Italia. Guidati da uno strano personaggio di nome Cesare Maldini, gli azzurri erano arrivati, dopo mille paure e ansie, ad un passo dalle semifinali. Il gioco dell'Italia era caratterizzato dall'uso sistematico del lancio lungo a cercare
Christian Vieri, il quale, con 5 gol in 4 gare aveva risolto una serie di situazioni intricate, ultima delle quali la gara contro la Norvegia. Del Piero, che doveva essere la stella, finì per assomigliare alla stalla della manifestazione; in compenso Roberto Baggio, che era in buone condizioni fisiche, era inspiegabilmente tenuto in panchina.
Come è giusto che sia furono gli azzurri ad avere la peggio. Non prima però di aver venduto cara la pelle ed aver fatto sudare freddo tutta la nazione francese. Vieri si trovò solo davanti a Barthez, ma gli tirò in bocca; Baggio (entrato in campo per sostituire il fantasma) sfiorò il gol dei gol con una gran voleè di destro.

L'Italia uscì ai rigori, come 4 anni prima in America. Furono decisivi gli errori di Albertini e Di Biagio, sebbene fossero stati i francesi a sbagliare per primi un penalty con il terzino Lizarazu. Adesso la Francia ci crede davvero, anche perchè mancano solo 2 partite per coronare il sogno. I francesi si trovarono sulla loro strada la fantastica Crozia di Davor Suker (poi scarpa d'oro mondiale) e Prosinecki. I croati, passati come secondi nel proprio girone dietro l'Argentina, e trascinati dal centravanti del Real Madrid avevano sconfitto Romania e Germania. La semifinale prese una piega inaspettata nel secondo tempo, quando fu ancora l'incredibile Suker ad andare a segno. La Francia non era mai andata in svantaggio in tutto il mondiale, avrebbe reagito a questa sberla? Lo fece nella maniera più incredibile, poichè fu un difensore, e per di più con una doppietta a dare il pass ai bleus per la semifinale. Se la Francia arrivò in finale gran merito era quindi di Lilian Thuram, il forte difensore del Parma. E chi ci poteva essere in finale se non il Brasile?

La selecao era l'unica squadra non europea ad aver vinto il titolo nel vecchio continente. Era il 1958, e i padroni di casa della Svezia furono travolti con un perentorio 5 a 2. Il Brasile poteva contare all'epoca sul supporto straordinario di Pelè, che, nonostante i suoi 17 anni, era già considerato il più forte giocatore del mondo. Le analogie con il torneo di 40 anni prima erano molte: il Brasile era difatti trascinato da Ronaldo, un nuovo fenomeno, si scontrava con i padroni di casa. Tra le altre cose, il ct della selecao era Mario Zagallo, uno che nel 1958 c'era, ma in campo.

Ma com'era arrivato il Brasile alla finale? Dopo non aver brillato nel girone di qualificazione (basti pensare alla sconfitta, indolore però, contro la Norvegia) i verdeoro avevano battuto Cile, Danimarca e Olanda (nel match più bello della rassegna iridata). Qualcosa però non tornava: il potenziale carioca non era espresso al massimo. Il Brasile non era una squadra, non aveva la stessa unitarietà che gli avrebbe permesso di vincere i mondiali 4 anni dopo. Ronaldo dava spesso l'impressione di essere abbandonato a sè stesso, di non essere inserito in un vero meccaismo di gioco. L'altra grande stella brasiliana Rivaldo e il fenomeno avevano trascinato la selecao fino alla finale. Il misterioso attacco epilettico che colpì Ronaldo dimezzò di fatto la forza dei brasiliani, proprio alla vigilia di un match come la finale di coppa del mondo. Non ci fu storia dunque. troppo forte e compatta la nazionale francese. E vuole la logica delle cose, tocca a Zinadine Zidane il ruolo dell'eroe: doppietta di testa, due gol in fotocopia che mettono k.o il Brasile prima del colpo di grazia di Emanuel Petit, che sfrutta l'assist di un altro giovane francese promettente: Patrick Vieira.

La vittoria francese, che molti videro più che altro come una sconfitta brasiliana (un pò come successe nel 1982, ma questa è un altra storia) fu invece l'ennesima dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, dell'importanza del gruppo e delle dinamiche di gestione dello stesso. La Francia meritò il titolo mondiale pienamente, soprattutto perchè, alla fine di tutto, fu la squadra con miglior attacco (e fortuna che non aveva un centravanti decente) e miglior difesa. Per i francesi era l'inizio di un periodo d'oro, che tuttora non si può dire concluso. Se la vecchia guardia composta da Deschamps, Desailly, Blanc, aveva già lasciato la nazionale tra il 2000 e il 2002, non si può difatti certo dire che la nazionale che è arrivata in finale contro l'Italia nel 2006 fosse tutta un' altra squadra. Erano infatti presenti Trezeguet (ce lo ricordiamo tutti bene), Henry, Vieira, Thuram, Barthez e soprattutto il grande Zidane. Sono cambiati gli allenatori, ma lo spirito dell'equipe de France è rimasto intatto in questi 8 anni. Vedremo senza Zinedine Zidane cosa saranno in grado di combinare in Austria e Svizzera.

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