martedì 20 novembre 2007

L'importanza di Luca Toni


Luca Toni è un fenomeno. E lo affermo nel pieno della mia lucidità mentale. Non è tecnico, d'accordo, non è veloce, non è Trezeguet in acrobazia. Diciamo che ai più può sembrare un giandone. Ma la realtà è ben più coplessa. Me lo ricordo il vecchio Luca Toni, quello di Brescia e Vicenza, un attaccante forte, ma forte come tanti. Due piedi quadrati, nulla di fenomenale, solo un gran fisico, un gran colpo di testa, una grande forza d'animo.

Poco insomma per emergere dal gruppo, per fare la differenza. Arriva ai 26 anni senza particolari sussulti, passando però al Palermo. In Sicilia però le cose cambiano. La media gol di Luca Toni si impenna: 50 gol (tra A e B) in 80 presenze. Sembra quasi un altro calciatore. Il punto è che la performance di Toni non cambia che si parli di Serie A o B. Passa quindi alla Fiorentina, la squadra che una volta era di Gabriel Omar Batistuta, ma Luca non sente particolari responsabilità. Come diciamo dalle nostre parti (dico nostre, poichè Luca Toni ed io siamo nati a 20 km di distanza) questo ragazzo "al'ga dù maraun acsè" (ci siamo già capiti). Diventa l'idolo del Franchi, arriva alla scarpa d'oro schiantando Eto'o e Henry, è parte integrante dell'Italia campione del mondo in Germania.

Già, l'azzurro. Toni va a segno nella prima partita di qualificazione mondiale giocata a Palermo, contro la Norvegia. Lippi crede nel modenese ed ha ragione. Piano piano Toni diventa il vero centravanti titolare dell'Italia, scalzando Vieri, Gilardino e compagnia bella. Lippi capisce che è il più forte, perchè i difensori non riescono ad arginarlo fisicamente, perchè se lui là davanti arriva sul pallone, tutta la squadra può attaccare gli spazi contando sul suo appoggio. E'un vantaggio incalcolabile averlo in campo. La dimostrazione della forza straordinaria di Toni arriva in casa dell'Olanda. Luca segna un gol e fa diventare pazza la difesa orange. Il ct dell'Olanda, uno dei più forti centravanti di tutti i tempi, un certo VAN BASTEN, dichiarerà di aver visto in campo un centravanti incontenibile. Luca Toni per l'appunto.

Poi i mondiali, l'esordio con traversa contro il Ghana, la doppietta contro l'Ucraina, il gol annullato e la traversa in finale. Non è un mondiale perfetto, ma il lavoro sporco c'è stato. Luca Toni è stato una pedina fondamentale nello scacchiere azzurro. Anche Donadoni sa quanto lui sia importante. Se l'Italia ha staccato il biglietto per l'europeo austro-elvetico, il merito è anche del ragazzone di Stella.

Segna il gol della tranquillità nel match spareggio contro l'Ucraina, una sua doppietta piega la tenace Scozia a Bari, è suo il gol del vantaggio nel ritorno con i britannici. E'insomma tra i grandi protagonisti della nuova Italia di Donadoni , assieme a Pirlo, Di Natale, Cannavaro.

Ma alla fine, com'è possibile che un giocatore normale sia diventato una macchina da gol? Bè, intanto c'è da dire che l'attuale Luca Toni è u giocatore più che discreto tecnicamente, diciamo che ha "arrotondato" gli spigoli dei piedi con l'allenamento. Poi aggiungiamo anche una dimensione psicologica del fenomeno, ovvero il fatto che questo ragazzo abbia cominciato a credere nelle proprie possibilità, incoraggiato anche da chi gli è sempre stato vicino, aiutato da scelte oculate (prima di tutto dove andare a giocare) e opportune. Adesso l'Italia ha a disposizione un calciatore maturo, immarcabile per un gran numero di difensori. Spero davvero che l'europeo possa essere per lui la consacrazione. In bocca a lupo Luca!!

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